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mercoledì 14 febbraio 2018

Ambizione e politica (prima parte)

In occasione delle elezioni politiche molti, tra quanti si erano distinti, hanno fatto il salto della quaglia. Lungi da me il voler condannare ogni deflessione dalla linea della più rigorosa coerenza, però (le cose importanti vengono sempre dopo il "però") consentitemi di dirvi che ci sono state delle esagerazioni. La più clamorosa, sia pur tenendo conto della relativa importanza del personaggio, è stata quella di Marco Mori il quale, dopo essersi speso per anni declamando pregi e virtù della nostra Costituzione, si è candidato con CasaPound. Personalmente non ho una particolare animosità verso CasaPound, sebbene (altre cose importanti seguono il "sebbene") li consideri poco più che un fenomeno del folklore politico. Per CasaPound il riferimento ideologico è la carta costituzionale della repubblica di Salò, contro la quale si batterono i padri fondatori della Repubblica, estensori della Costituzione del 1948. Non ci spendo altre parole. Marco Mori ha fatto il salto della quaglia.

Appena un gradino più in basso troviamo Giorgio Cremaschi, che ricordo relatore in occasione di convegni organizzati dai sovranisti e patrioti di Sollevazione, e oggi in Potere al Popolo. Vale a dire la più sistemica delle formazioni della cosiddetta sinistra antagonista.

Poi abbiamo Alberto Bagnai, che nemmeno in questa mia personale classifica riesce a svettare. Si ritrova (a onor del vero come indipendente) nella Lega di Salvini, che propone la flat tax e aizza gli italiani contro i negri, i quali ormai sono qui e non c'è modo di rispedirli indietro. Propone quindi (Salvini) una soluzione fiscale di classe e una cosa impossibile, solleticando le viscere dei suoi elettori animati da anticomunismo viscerale e preoccupati solo del loro portafoglio. E Bagnai sta lì in mezzo, a onor del vero da indipendente.

Che dire, infine, dei tanti personaggi minori? Contano talmente poco che non vale la pena di nominarli, ma come dimenticare che fino a pochi mesi prima delle elezioni si dichiaravano disposti a spendersi per una lista che, oltre che socialista e costituzionale, fosse assolutamente per l'uscita dall'euro e dai trattati? Li ritroviamo, oggi, nelle file della Lista del Popolo del duo Ingroia-Chiesa, ognuno intento a declamare sé stesso, ma senza che il gatto e la volpe si facciano sentire con chiarezza. Abbandonati a sé stessi, nave senza nocchiero in gran tempesta. Perché sono caduti nella trappola?

Tramontato il tempo dei grafici, dell'economia che spiega ogni cosa, delle teorie salva Italia, delle bubbole signoraggiste, la realtà dei fatti è che agli elettori che non ne possono più oggi resta la sola illusione del M5S, cioè i traditori della prima ora. Quelli che, abilmente manovrati dai poteri atlantici, sono riusciti a insinuarsi negli equilibri politici italiani pronti a spendersi nel momento del bisogno, ovviamente in favore dei loro mandanti. E il momento del bisogno verrà presto, dopo le elezioni quando serviranno i loro voti, o i voti dei loro tantissimi transfughi, per fare un governo. Il tradimento dei pentastellati appare meno attuale perché è avvenuto in tempi non sospetti, almeno dal 2009, come ho potuto personalmente verificare: nessuno di quelli che lo fecero nascere con tanto impegno e passione ha oggi il minimo ruolo in quel non partito. Tutti gli attivisti della prima ora furono fatti fuori, e oggi strepitano inutilmente contro gli opportunisti che avrebbero preso il controllo del MoV. Fummo utili idioti al servizio di poteri atlantici. Quelli che restano lo sanno bene, ma la cadrega ha il suo fascino.

Già, la cadrega. Quella cui alludeva Alberto Bagnai quando polemizzava con Emiliano Brancaccio. Se volete vi passo il link, ma consentitemi per ora di continuare a scrivere di getto.

E' l'ambizione la prima delle forze che spingono gli uomini alla lotta politica. Non è la sola, ci sono anche l'indignazione per come vanno le cose, l'idealismo, e tanti altri sentimenti, ma è un fatto che l'ambizione a un certo punto si affaccia sulla scena della vita di ognuno.

Ma come? Io così intelligente, bello come mamma mi ha fatto, che ho capito tutto (tutto! il "tutto" è fondamentale) non ho i riconoscimenti che mi spettano?

Perché non ho i riconoscimenti che mi spettano?

A chi indirizzare questo grido di dolore? A chi sta in alto, oppure a chi sta in basso e viene ingannato e derubato? La risposta è ovvia, visto che chi sta in alto non ti caga di pezza. E così ci si crea un seguito. Ovvio che si debba sgomitare un po', mandare a quel paese chi non serve, liberarsi di chi cerca il pelo nell'uovo, alzare di parecchio la voce. Soprattutto serve individuare una spiegazione semplice quanto vera, e ripeterla, ripeterla, ripeterla...

Dopo un po' hai un esercito di seguaci, più o meno grande a seconda di come sei stato abile. E che fai?

Che fai?

No, dico, che fai?

Ragazzo, sei partito perché eri frustrato, indignato, ce credevi pure, e adesso che fai?

Ma te la racconti come ti conviene, è ovvio! A meno che...

A meno che tu non sia uno che ha capito che deve morire, e che non c'è nulla che possa cambiare questo dato di fatto. Perché solo in tal caso puoi capire, e accettare, che la tua indignazione, il tuo idealismo, altro non sono che la manifestazione della comprensione della tua finitezza. Stai tentando di saltare in alto per paura di precipitare nel nulla.

Che ti resta?

Ti resta la tigna. Cioè la scommessa di Blaise Pascal: io credo, perché... non si sa mai che sia vero.

E allora, se sei capace di capire che sei il nulla, prendi la tua indignazione e il tuo idealismo e punti su di loro. Tanto devi morire. Fa differenza in una corsia d'ospedale o davanti a un plotone di esecuzione? Cambia qualcosa se mentre crepi ti stringono la mano oppure schiatti sotto un ponte con la robopolizia che ti cerca per terminarti?

Sì, ma i piaceri della vita? Bello, quelli te li cerchi da solo, non servono soldi e potere. Possibile che non l'hai ancora capito? Se non l'hai ancora capito, allora non ha capito che sei il nulla. Creperai, e comunque vadano le cose al massimo sarai un nome che verrà pronunciato da persone che non conosci, che anche loro dovranno crepare.

Perché, invece di combattere, hai fatto il salto della quaglia?

[Continua, oh! se continua]

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